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EUFORICA ALCHIMIA
A cura di Marta di Meglio, Elena Calaresu, Alice Deledda
Up Urban Prospective Factory in collaborazione con Galleria Siotto, 16/09/2022
Dal 16 settembre, all’interno dello spazio espositivo “Up- Urban Prospective Factory” in via dei Salumi 53 a Roma, si è svolta la mostra “Euforica Alchimia” dell’artista Fabrizio Antonio Ibba, a cura di Marta di Meglio, in collaborazione con Elena Calaresu e Alice Deledda, curatrici dello spazio espositivo “Galleria Siotto”, Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto” di Cagliari.
Nella scelta del titolo della mostra, vi è la sintesi di un progetto maturato a seguito del periodo pandemico: la fusione della saggezza alchemica, da cui ha avuto graduale sviluppo la chimica, si miscela allo stato emotivo passeggero, ma altrettanto propulsivo, dell’euforia.
Dopo una fase di introspezione e ricerca data dalla simbologia e dagli archetipi, l’artista sceglie per la propria esposizione romana, il risultato di una produzione esplosiva e vivace.
Nelle tele in colori acrilici, acquerelli, ma anche dell’intromissione di elementi come rami, sassi, sabbia ricavati dal terreno dei luoghi della Sardegna rurale nella quale l’artista si rifugia e da cui trae ispirazione, si apre una successione di lavori in piccoli e grandi formati, la cui energia del gesto prevale e sorprende.
Le miscele di colori fissati sulle tele appaiono in continua trasformazione, come all’interno di un esperimento chimico. I toni acidi e fluorescenti di alcuni lavori si accompagnano a cromie pastello, evocazioni di paesaggi reali ed interiori. Un sentiero felice dettato dalle ispirazioni della Natura, rappresentate dalle opere prodotte negli ultimi due anni, e da una selezione di precedenti produzioni materiche.
ROOTS
A cura di Elena Calaresu, Alice Deledda
Galleria Siotto, 7 ottobre 2021
La storia dell’uomo è un concatenarsi di eventi le cui dinamiche, come in questi tempi, ci interrogano e a volte ci travolgono. Da sempre l’uomo rappresenta con simboli quelli che sono i significati complicati da esprimere, in particolare i misteri di nascita e morte, cui guardare con diversi livelli di lettura.
In Sardegna, tra i primi simboli prodotti dall’uomo troviamo la Dea Madre, sacra rappresentazione della donna, della nascita, della terra da cui tutto nasce e a cui tutto torna con la morte.
Successivamente la Dea Madre viene affiancata da altri simboli taurini e figure maschili sotto forma di Menhir.
Con il progetto Roots l’artista, demiurgo come nella tradizione, affronta una riflessione su questi simboli, i loro significati e la loro estetica, con gli strumenti e la sensibilità dell’Arte contemporanea.
LA TRAVERSATA
Testo di Alessandra Corona e Chiara Corona
Il Lazzaretto nella primavera 2021 ha ospitato un’originale produzione di Fabrizio Antonio Ibba, realizzata a seguito della suggestione che questo luogo – al confine della città storica e totalmente immerso nella natura – ha prodotto su di lui.
Un felice incontro da cui è nato un dialogo tra lo Spazio e l’Artista che, affascinato dalla tranquilla posizione, dalla natura dalla storia dall’ambientazione, dal vissuto, ha trovato ispirazione per creare una nuova SERIE di opere esposte al Lazzaretto per la prima volta.
Come racconta la sua intera produzione, la Realtà che ci circonda, quella vera e concreta che influenza la vita di tutti noi, si interseca con una Realtà onirica, legata alla magia e al simbolismo e viene da essa contaminata al punto da proiettare il pubblico in un mondo fantastico, dove il dramma che ci circonda tutti i giorni, lascia spazio al sollievo di un mondo che ci accoglie in un’atmosfera gentile. Uno spazio in cui respirare, prendere una pausa rigenerante.
La mostra intitolata “Traversata”, è un viaggio metafisico alla ricerca della vera essenza che ci deve completare e fornire il nutrimento e le “armi” per superare il mare di difficoltà in cui stiamo navigando.
Sicuramente un pensiero va alla situazione dei migranti, di coloro che abbandonano la propria realtà, difficile, senza speranze, alla ricerca di una vita migliore, inseguendo un sogno.
Tuttavia, in questo progetto, sono preminenti le suggestioni metafisiche che aprono la mente, come in una psicoanalisi che ponendo allo spettatore molte domande non dà risposte certe, ma spunti di riflessione che ognuno deve cogliere intimamente. Nelle opere in mostra è chiara la vocazione dell’artista verso il figurativo, un figurativo con tratti semplici, ingenui, fanciulleschi che bene esprimono il suo mondo.
HUMANITY’S MIRROR
Il Progetto Humanity’s mirror, concepito nel 2019 da Fabrizio Antonio Ibba, consiste in un’ampia serie di ritratti di suoi contemporanei unito a un excursus narrativo con valenze filosofiche.
Il Ritratto è un tipo di rappresentazione che ha una sua peculiarità solo apparentemente narcisistica. Ha una doppia valenza specchiante: per chi viene ritratto e per l’artista che lo realizza.
Nell’accettare di farci fare il ritratto alimentiamo in prima istanza il nostro naturale bisogno di attenzione, un egocentrismo che si perpetra nel tempo di realizzazione del Ritratto, poiché in quel momento diventiamo l’oggetto di studio ed elaborazione dell’atto artistico. Ancora si perpetra nel momento in cui il nostro ritratto viene guardato e riguardato, e diventa oggetto dell’attenzione e meraviglia dell’osservatore.
Ma, in fondo a tutto, resta la curiosità primordiale di ognuno di noi di vedersi da fuori. Il nostro “dentro” ci è fin troppo familiare, fastidiosamente presente in ogni momento. Ma il nostro fuori resta oscuro, e nonostante ci venga rimandato dallo specchio di casa, alziamo comunque la testa per guardarci nei finestrini delle auto, o nelle vetrine, alla ricerca di un altro scorcio di noi stessi, poco noto.
Il Ritratto è un nuovo Specchio, una nuova sorsata d’acqua per colmare la sete della Conoscenza di noi stessi. Ma ha una particolarità che lo rende ammaliante: è una triangolazione artista/specchio/noi. L’invito dell’artista a farci un ritratto diventa un occasione irresistibile per specchiarci negli occhi dell’artista stesso e, dunque, nella sua anima. Non è uno specchio di vetro, che ci restituisce neutralmente la nostra identità. E’ lo Specchio vivo di un’altra Umanità, che ci dice come siamo, cosa siamo. Ci dà un altro “noi”. Ci mangia, ci rielabora, e poi ci partorisce di nuovo, un nuovo io, un nuovo me, inaspettato. E noi attendiamo col fiato sospeso il parto di noi stessi, per conoscerci.
Le Persone Ritratte in questo progetto, oltre che affidare il proprio volto all’artista, acconsentono ad un’ulteriore richiesta: quella di un messaggio. Un messaggio per se stesse, per gli altri, particolarmente per i loro contemporanei che come loro calcano la terra nel 2019.
In questo fermo immagine collettivo, esse ci affidano una visione, un’idea, un sentimento, una parola. Il progetto è quello di unire le loro voci in una democratica ricerca della saggezza.
Chiediamo ad ognuno dei partecipanti, tutti diversi e tutti uguali, nella loro comune umanità, di fare il punto, di lasciare un segno, che magari possa aiutare altri nel percorso della vita.
Come nell’Illuminismo il Candide di Voltaire ci lasciava la semplice consegna: “ Bisogna coltivare il proprio giardino”….Come Aleksèj Karamazov ci invitava, nel finale de l Fratelli Karamazovdi Dostoevskij: “Cerchiamo prima di tutto e soprattutto di essere buoni, poi onesti, e poi ricordiamoci sempre gli uni degli altri”….Come dalle dichiarazioni che lasciamo sui social, espressioni di un momento, attuali e fresche come un’istantanea o polemiche e discutibili…
Il progetto Humanity’s mirror dà l’opportunità e la responsabilità di lasciare un “messaggio in bottiglia”, che potrà essere raccolto o meno ma che sicuramente arricchirà l’affresco di questi nostri tempi e luoghi.
FIORI DAL GIARDINO INTERIORE
La presente collezione “Fiori dal giardino Interiore” che si esibirà per la prima volta alla Saye art Gallery di Teheran, è composta da 3 differenti serie: “Favola Nera”, “Identità Femminile” e “Fiori”.
Queste 3 serie condividono un’intima, segreta atmosfera, espressa dai tratti essenziali con cui le immagini sono rappresentate.
Queste Opere richiamano gli echi delle storie incantate dell’infanzia e gli sguardi su identità protette, da qui il titolo della collezione “Fiori dal giardino Interiore”.
INCONTRI D’ARTE
OVO
Settembre 2005, Bruxelles
Testo a cura del Centro Culturale Garcia Lorca
L’esposizione “OVO” è un viaggio all’alba della creazione.
L’interazione con il pubblico rappresenta l’elemento fondamentale di questa esperienza, dove si gioca con due simboli: l’Uovo e il Filo.
La notte è profonda e nera, con il suo sospiro di vento. Essa da alla luce un uovo, da cui è uscito Eros e Fanete.
La forza germinativa contenuta nell’uovo è stata associata dalla notte dei tempi all’energia vitale.
Questa è la ragione per cui l’uovo ha un ruolo importante nei riti di guarigione e nei culti della fertilità.
RIFUGIO DELL’ANIMA
Settembre 2004
Centro culturale Garcia Lorca Bruxelles
Testo di Daniela Melis
Non c’è più posto. Il mondo è pieno. Non c’è più posto. Pieno di tutto, di troppo. Asfissiante, saturo, traboccante. Inutile spingere, chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, farsi largo fra la folla, fare finta di niente. Non c’è più posto. Nessun rifugio.
L’artista traccia delle pause costruendo idealmente degli spazi non isolati, ma isolanti, non neutri ma neutrali. Rifugi dell’anima.
Circolari come la perfezione del finito, racchiudono, custodiscono in un abbraccio, ma anche si dilatano in profondità.
Sono i segni di una danza rituale che vuole scacciare i demoni, idolatrare la natura celebrando la spiritualità sacrale dell’esistere. E’ un invito a entrare, a diventare centro, a cercare protezione nell’unico rifugio possibile, dove finalmente ritroviamo ciò che credevamo perduto.
Dieci tondi celano il percorso di una spirale organica. Un misto stratificato di colore e materia naturale che sedimenta, vive e si trasforma nel tempo. Materia che lascerà segni nuovi, non quelli di adesso, che avrà un aspetto che oggi non vediamo ma che domani sarà un’altra immagine sopra quella dei nostri ricordi. Materia in divenire, dunque, che cede silenziosamente al tempo continuando a soggiacere all’andamento aperto della spirale, moto incessante e senza termine.